Proviamoci

Capisco  le perplessità. Di chi dice: "Non possiamo ripetere il copione: loro conducono il paese al disastro, noi ci facciamo carico della rimessa in ordine, così poi veniamo incolpati per i sacrifici e loro vincono di nuovo". E di chi dice: "E dopo gli insulti e le false accuse dovremmo aiutare i 5 Stelle a salvarsi?".
Ma concordo con la decisione presa dalla Direzione del PD: dobbiamo provarci, definendo alcuni caposaldi irrinunciabili (i cinque punti che trovate qui).

Foto di Chris Wolf da Pixabay (Pixabay License)

Provo a dirlo con tre considerazioni.
  1. Un partito serio si costituisce attorno ad un insieme di valori e obiettivi da raggiungere, non per prendere tanti voti. Prenderli serve per poter concretizzare gli obiettivi. Serve, ovviamente, ma non è il fine. Oggi evitare il rincaro dell'IVA, la recessione, la crisi economica con il conseguente incattivimento dei poveri contro i più poveri, sono obiettivi da anteporre a quelle che potranno essere le ricadute elettorali. Peraltro sono convinto che chi vota PD lo faccia proprio per questo porsi al servizio del Paese.
  2. "Al voto, al voto" per quanto possa sembrare il massimo della democrazia è estraneo alla Costituzione della nostra Repubblica parlamentare che prevede specifiche durate dei vari organi costituzionali. Il frequente ricorso allo scioglimento degli organi politici e amministrativi non favorisce la democrazia ma piuttosto una logica di populismo plebiscitario. Non si vota quando conviene a questo o quel partito, o quando cambiano i sondaggi. Si vota, a meno di situazioni completamente incartate, alle scadenze costituzionali. Non a caso uno dei 5 punti proposti dal PD per un governo di svolta è "Il pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa incarnata dai valori e dalle regole scolpite nella Carta Costituzionale a partire dalla centralità del Parlamento".
  3. Io ero favorevole all'Italicum e alla riforma costituzionale che è stata bocciata dal referendum. Ma devo prendere atto che la maggior parte di miei concittadini ha deciso diversamente e quindi è probabile che in presenza di più forze politiche non ci sia un vincitore delle elezioni. Andando al voto (che sia adesso, che sia alla scadenza naturale tra qualche anno) il problema delle coalizioni - tra forze disomogenee - comunque si riproporrà. Quindi inutile rinviarlo.

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