Per chi voto alle Primarie

E' la quinta volta che si sceglie con le Primarie il segretario del PD, un esempio di democrazia partecipata che non esiste negli altri partiti e movimenti.
Nel 2007 ho votato, convinto, per Veltroni. Nel 2009 ho votato, con molte incertezze per Marino. Poi nel 2013 e di nuovo nel 2017 ho scelto, con convinzione Renzi.
Questa volta ho, nuovamente, molti dubbi. E' per questo che non ho fatto propaganda per un candidato. Ma ho fatto una scelta e ve la spiego. Poi, chi vincerà sarà il mio segretario.



Il candidato che esprime posizioni più coerenti con le mie rispetto alla stagione passata dei governi Renzi e Gentiloni è Giachetti. Sì, anch'io rivendico il valore positivo di una serie di leggi: dalle Unioni civili alla Buona scuola, dal Dopo di noi al Jobs act, alla legge contro il caporalato, ... E rivendico i risultati economici che avevano cambiato di segno,  con una ripresa della crescita e dell'occupazione.
Ma è passata un'altra narrazione che ha portato alla sconfitta del 4 marzo e adesso siamo ormai in un'altra stagione. Gli elettori che ci hanno abbandonato e i giovani che non ci hanno mai votato possiamo conquistarli parlando al futuro, non rivendicando il passato.
E poi Giachetti mi è sembrato "divisivo". Il danno al PD lo ha fatto chi al suo interno ha lavorato contro Renzi segretario eletto. Ma anche qui: non possiamo fermarci al passato, dobbiamo superare le divisioni, non acuirle.

Non ho nulla di negativo da dire su Martina, sono con lui molte persone che stimo, si è mosso sempre correttamente, cerca di coniugare il non rinnegare la stagione del governi a guida PD con un obiettivo di ripartenza, è attento al tema dell'unità del partito e propone una segreteria unitaria. Ci sta come mio segretario, ma ... non mi sembra abbia la stoffa del leader, della persona che da un lato sa tenere a bada le correnti interne e, dall'altro, è "attrattivo" a livello di massa.

E' così che, già nella votazione interna ai circoli - 190.000 votanti, chi li può vantare? - ho scelto Zingaretti. Scegliere il segretario significa scegliere non solo chi gestisce "internamente" il partito ma soprattutto chi ne rappresenta l'immagine "esterna". E Zingaretti mi sembra quello che, nella sua narrazione, è meno condizionato alla stagione passata ma più proiettato a prospettare un'uscita da un presente rovinoso.
Lo so che, a sostenerlo, ci sono sia esponenti della stagione dei "governi del PD" - uno per tutti: Gentiloni - sia persone che quei governi non li hanno sostenuti (e in alcuni casi osteggiati). Ma rispondere all'appello che in molte piazze PD si è levato - "unità, unità" - non si può farlo guardando ai contrasti del passato ma su una proposta per il futuro.

Aggiungo un'ultima considerazione: le regole prevedono che se nessuno dei tre candidati supera il 50% la scelta venga fatta in Assemblea nazionale. La possibilità di quell'esito mi preoccupa perché darebbe spazio ad una logica correntizia e di contrattazione interna.
Siamo già troppo a lungo rimasti chiusi in logiche interne.
Voto Zingaretti anche per cercare di far sì che il segretario lo si decida oggi.
Poi, come ho detto, il mio segretario sarà chi vincerà.
😀


Immagine da Pixabay (modificata)
MoiCitoyen

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