Un articolo che non condivido

 Mi hanno condiviso questo articolo di Montanari su Il Fatto quotidiano.



Esprimo tutto il mio disaccordo 🙂
1. Perché mai valorizzare non solo il percorso scolastico ma anche certificazioni ed esperienza extrascolastiche significa “rinunciare a formare cittadini , e prima persone umane, ma a piazzare capitale umano sul mercato del lavoro”? Forse che la formazione dei cittadini avviene solo nella scuola e non nella società in generale?
2. Ma davvero la “diseguaglianza” dovuta alle condizioni di partenza diventa più significativa se il curricolo viene esplicitato in sede di esame di stato? Fino a quando non glielo dice il ministero con questo documento, davvero il “mercato” risulta più “egualitario” non tenendo conto delle diversità? Non è piuttosto un nascondere la testa sotto la sabbia? E, casomai, nascondere la realtà agli studenti più svantaggiati? Il documento, da questo punto di vista, non fa comunque emergere questa realtà, fornendo così l’opportunità agli svantaggiati di difendersene?
3. Ma poi, chi lo ha detto che iniziative formative extrascolastiche e certificazioni siano solo alla portata dei “ricchi”? Che solo costosi viaggi all’estero contengano ricchezza formativa? La società è piena di associazioni di volontariato, sportive, religiose, culturali, di difesa dell’ambiente, di protezione degli animali, di assistenza, … che “costano” solo in termini di investimento di tempo e di energie. A me fa piacere che anche la scuola inizi a dare valore a tutto questo.
4. E poi la scuola. In quella in cui insegnavo, l’ITSOS "Marie Curie", non ci occupavamo solo degli insegnamenti curricolari, delle materie (che - lo dico per inciso - non necessariamente garantiscono l’educazione del cittadino). Proponevamo certificazioni (facoltative) come quelle linguistiche (inglese, francese, tedesco) e sull’uso del computer (ECDL). E proponevamo attività extracurricoli, anche queste facoltative: l’alternanza, gli scambi con alternanza all’estero, i viaggi studio del linguistico, il cineforum, il corso di teatro, la giornata sportiva, i corsi di imprenditorialità giovanile, i corsi di scrittura creativa, il coinvolgimento degli studenti nella progettazione e realizzazione della intranet, nell’organizzazione di convegni, nella presenza dell’ITSOS a fiere come JobOrienta, …… mi scusino le colleghe e i colleghi per le tante altre attività che non ricordo. Combattevamo anche così le diseguaglianza sociali, cercando di creare opportunità di arricchimento per tutti, indipendentemente dal censo familiare. Non si tratta di “mettere tra parentesi il diploma” ma di aiutare gli studenti ad arricchirlo perché è vero che lì fuori non conta solo il diploma o il voto. Lì fuori: nel mercato del lavoro e nella società in generale. Nei luoghi, cioè, della cittadinanza

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