Governo della stabilità, dell'Europa ... e del cambiamento?

Avevo scritto "proviamoci" e sono contento del risultato.
Il "pericolo Salvini" - quello di un governo ancora più a destra e in conflitto con l'Europa, quello del "datemi i pieni poteri" - è stato superato. L'Italia è più saldamente in Europa. Si prospetta una politica economica responsabile e indicatori quale lo spread sono tranquillizzanti.
Nella squadra di governo sono in molti (non tutti) ad avere le giuste competenze. Il fatto che il Commissario indicato dall'Italia sia Gentiloni e non un "sovranista", come sembrava certo fino a poche settimane fa, è un altro elemento positivo.
Come iscritto al PD sono soddisfatto del ruolo che il mio partito ha saputo svolgere nella crisi, nella sostanziale unità con cui ha proceduto, nel risultato conseguito, nella qualità dei nostri ministri.



Aver garantito la stabilità è importante così come esserci ricollocati coerentemente in Europa. Ma non basta. Saprà essere anche governo di cambiamento? Saprà farsi riconoscere come tale da tanti elettori che vogliamo riconquistare? Avevo scritto dopo le elezioni perse: "E’ sembrato che fossimo attenti ai “primi” - in una fase in cui il potere e il denaro si concentrano nelle mani di pochi - e agli “ultimi” dimenticando i penultimi e terzultimi che costituiscono la maggioranza delle persone". Sapremo dimostrare ai penultimi e terzultimi che lavoriamo (anche) per loro?

In gran parte dipenderà dal fatto che questo si dimostri un governo e non due governi in conflitto.
Dipenderà dai ministri, dai dirigenti di M5S e PD, ma anche dalle "basi" dei due soggetti.
Dopo le elezioni del 2013 dicevo: "Fra le tante elezioni a cui ho partecipato questa è forse quella in cui si è manifestata maggiormente una scelta per il cambiamento. Può dispiacerci che un voto per il cambiamento non abbia premiato il PD e la coalizione di centro-sinistra, che tanta parte di quel voto si sia incanalata verso il MoVimento 5 stelle. Ma non cambia il fatto (positivo) di un voto per il cambiamento, che esprime richieste di buona politica, di moralità pubblica, di economia sostenibile, di rispetto dell'ambiente, di rinnovamento. Gli elettori del PD sono una parte di questa spinta al cambiamento, gli elettori del MoVimento 5 stelle ne rappresentano l'altra parte. E dunque con loro dobbiamo interagire". Avevo sperato allora in un governo PD-M5S, si sa com'è andata, per responsabilità probabilmente di entrambi.

Durante i successivi governi a maggioranza PD (Letta, Renzi, Gentiloni) il M5S ha sempre costantemente e violentemente attaccato il PD, quasi come il "male assoluto". Sarebbe stato possibile, a un PD sconfitto, allearsi con il partito fondato da Grillo subito dopo le elezioni del 2018? Penso di no.
Oggi quella possibilità si è riaperta. Proviamo a ragionarci.

Se volete discuterne potete farlo qui

Commenti

  1. Concordo su tutto, ma prepariamoci da subito a nuove elezioni anche se saranno a fine legislatura. Sarebbe opportuno lavorare sul territorio, in modo coordinato per riconquistare elettorato. Ad esempio il modello di sviluppo della smart city potrebbe essere strutturato in una forma di ampia partecipazione per attrarre l'attenzione sul progetto e conseguentemente l'ambito del partito promotore.

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