Streaming, accordi, tecnici e non eletti

Cari amici 5 stelle

mentre scrivo è in atto un nuovo tentativo di accordo per dar vita a quello che chiamate "governo del cambiamento" (per me, purtroppo, un cambiamento in peggio, ma visti i risultati elettorali di tre mesi fa ne avete tutto il diritto ... anzi il dovere).

Posso fare, senza nessuna voglia di avviare una polemica, tre osservazioni? Vorrei proporvi, alla luce di qualche idea cambiata, di rivedere qualche opinione passata.

Primo: lo streaming. Ricordate quello che sostenevate 5 anni fa? Le trattative dovevano avvenire in streaming, unico strumento di trasparenza. O non va bene quanto succede oggi, oppure avevate torto allora. Mi sembra che nessun passaggio di questi 87 giorni sia avvenuto in streaming: non gli incontri Di Maio-Salvini, non quelli Di Maio-Conte o Di Maio-Savona (e candidati ministri vari), nemmeno quelli interni al M5S. Ed è, a mio parere, ragionevole che sia andata così. Non fosse altro che perché si è più onesti nel ragionare quando lo si fa privatamente che se lo si fa a telecamere accese e si finisce per parlare più per chi ascolta che non con l'interlocutore.
Però se è così occorre che rivediate il giudizio su coloro che non facevano tutto in streaming.

Secondo: gli accordi. Ricordate quando le alleanze o semplicemente accordi parziali erano per voi sempre e comunque "inciucio"? Non giochiamo sulle parole per dire che stipulare un "contratto" è cosa diversa. Un contratto è mettere un accordo nero su bianco. Fatto da una coalizione che si presenta alle elezioni lo si chiama in genere "programma". Ma capita di doverlo fare anche dopo le elezioni con forze in tutto o in parte alternative. Così è stato nel 2013 quando Bersani ha provato a fare un accordo con voi (fallito in streaming) e poi lo ha fatto con forze del centrodestra (come voi in questo momento). Anche qui: non vi getto la croce addosso; anzi ho detto che avete il "dovere" di cercare di fare un accordo (se preferite un contratto). Ma rivedete, per favore, i giudizi che avevate espresso a suo tempo :-)

Terzo: i tecnici e i non eletti. Anche qui mi sembra abbiate cambiato qualche posizione. La realtà vi ha portato a cambiarle. La legittimità nella nomina di un presidente del consiglio e dei ministri sta nella legittimità che gli elettori hanno dato agli schieramenti che si sono presentati alle elezioni e ai parlamentari eletti. Mi sembra che oggi vi riconosciate in questa valutazione. Ma, anche qui, questo dovrebbe portarvi a riconsiderare valutazioni che avete espresso in passato.


O no?

(Immagine: Szater - Opera propria, File:Banksy - Sweep at Hoxton.jpg, Pubblico dominio)

Commenti

Post popolari in questo blog

La pacchia è finita

LifeComp: il framework delle competenze personali, sociali e di imparare a imparare

Bricks marzo 2023: Percorsi didattici di educazione civica e su Agenda 2030