Scuola e divieti: cellulari, romanzi, palle e fogli a quadretti


In quarta liceo io e il mio compagno di banco usavamo penne e fogli a quadretti per un gioco, la pista, mentre altri li usavano per battaglia navale. Avevo una piccola scacchiera magnetica, ma quasi subito me l'ha sequestrata l'insegnante di religione. La compagna dietro di noi ha passato l'anno immersa nella lettura di romanzi. Ricordo appassionanti partite con la palla nell'anticamera dei bagni.
Il ricordo personale (ma non fatevi una cattiva idea, io ero per lo più uno studente bravo e disciplinato 😀)  mi serve per distinguere usi "pedagogici" e usi impropri. E' evidente a chiunque che penne e quaderni a quadretti a scuola servono, che gran parte dell'insegnamento letterario fa riferimento ai romanzi, che gli insegnanti di educazione fisica propongono giochi con la palla, che si possono usare didatticamente gli scacchi. Ma non si può leggere un romanzo mentre il docente insegna matematica o propone una lezione sulla pallavolo, non si può giocare a scacchi mentre l'insegnante fa commentare un romanzo ... e così via.

Mi sembra lapalissiano che gli studenti durante la lezione o durante un'altra attività didattica non possano telefonare alla mamma, scambiare messaggi con gli amici per organizzare una partita a calcetto, ascoltare la loro musica preferita, commentare foto, vedersi un film ... e continuate a vostro piacere l'elenco dei possibili usi impropri. E mi sembra lapalissiano anche che non possano farlo nemmeno i docenti, né quando sono in classe con gli studenti né mentre sono in riunione con i colleghi.
Dice la legge francese che sono vietati "Sauf pour des usages pédagogiques", salvo che per usi didattici. Possiamo dirlo anche della palla, degli scacchi, dei romanzi e dei quaderni a quadretti: usarli a scuola è vietato, salvo gli usi didattici.

Ma mentre l'uso didattico dei quaderni, dei romanzi e della palla è "senso comune" (per quanto riguarda la palla penso che il nuovo ministro, già insegnante di educazione fisica, possa insegnarcelo), lo è meno l'uso pedagogico degli strumenti mobili che gli studenti (e gli insegnanti) hanno a disposizione. Mai era successo che studenti e insegnanti avessero a disposizione strumenti così potenti e versatili! In grado di ricercare qualsiasi informazione, di accedere a musei, mappe, banche dati. In grado di creare e condividere contenuti testuali o multimediali. In grado di raccogliere, grazie ai loro sensori, numerose misure. In grado di permettere interazioni istantanee (per esempio raccogliere sulla LIM le risposte di tutti gli studenti a una o più domande o di visualizzare sulla stessa le loro opinioni in un'attività di brainstorming).
Ragioniamo sulle grandi possibilità che si aprono, non sulle "chiusure" da imporre. Fra l'altro: se gli studenti hanno in mano lo smartphone per svolgere con quello un'attività didattica non possono - contemporaneamente - usarlo in modo improprio.

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